L’anello ciclabile del Garda


La notizia dell’imminente apertura del primo tratto, a picco sul lago, è rimbalzata anche sulla stampa estera. Stiamo parlando dell’anello ciclabile del Garda, quello che può essere definito senza giri di parole come il più ambizioso progetto ciclabile in corso di realizzazione in Europa. Una volta completato, nel 2021, si svilupperà per oltre 140 chilometri attraversando tre regioni e tre province italiane: Verona, Brescia e Trento. 

Un progetto impressionante anche nelle somme stanziate per realizzarlo, con un costo totale di 110 milioni di euro finanziati per oltre metà dal Ministero delle Infrastrutture. I tratti più spettacolari e di maggiore complessità tecnica si trovano nella parte alta del lago, in cui il Benaco si incunea tra strette pareti fino a raggiungere Riva del Garda.

E’ proprio qui, sulla sponda bresciana, che il prossimo 14 luglio verrà inaugurato il primo stralcio del collegamento Limone-Riva, che si sviluppa per due chilometri (costo 7,5 milioni di euro) in larga parte su passerelle a picco sul lago. Proprio la necessità di evitare la pericolosa Gardesana occidentale ha imposto questa ardita soluzione tecnica, che verrà riproposta anche sulla sponda veneta e in quella trentina.

In realtà i tratti già realizzati lungo il perimetro del lago sono molteplici, ma fino ad ora era mancato un progetto di ampio respiro che li collegasse tra loro e si prendesse in carico di superare i punti più critici. Oggi invece le cose sono decisamente cambiate, grazie a un protocollo di coordinamento sottoscritto tra le province interessate e soprattutto all’arrivo di cospicui finanziamenti da Roma, che vanno ad aggiungersi a già stanziati dagli enti locali.

A far parte dell’accordo in realtà c’è anche la provincia di Mantova, perché giunto a Peschiera del Garda il lago sfocia nel Mincio, suo unico emissario, per raggiungere la città dei Gonzaga e quindi il Po e infine il mare. Uno dei territori, quello in questione, con la maggior presenza di direttrici ciclabili realizzate o in progetto.

Nella valle dell’Adige, parallela al Garda, scende dal Brennero la ciclovia del Sole, che raggiunta Peschiera prosegue appunto lungo il Mincio. Il Po è il cuore di un’altra ciclovia di interessa nazionale, VenTo, che da Torino permetterà un giorno (speriamo non lontano) di raggiungere Venezia. Ma Ostiglia, sempre nel mantovano, è anche il terminale della ciclovia, in parte realizzata, che conduce a Treviso.

Tornando all’anello del Garda, e concentrandoci sul tratto veneto, sono pochi i segnali positivi. Sotto il Baldo, nella zona di Malcesine, circa 10 km di ciclabile sono già realizzati e attendono di essere collegati tra loro. Il tratto più complesso, tra Navene e Torbole, con caratteristiche simili a quello bresciano, è ancora in attesa di progettazione. Spostandoci verso sud la ciclabile è ancora tutta da pensare nel lungo tratto che va da Cassone fino a Garda. Molto meglio da Garda a Lazise, dove la ciclabile sul lungolago è già presente da anni.

I veri guai iniziano tra Lazise e Peschiera, che come abbiamo detto è il terminale nord della ciclovia del Mincio. Qui il lungolago è quasi interamente pedonale e impraticabile alle biciclette, vista anche la numerosa presenza di campeggi. Il progetto si sposta quindi all’interno, evitando anche la pericolosa SR 249 e l’altrettanto pericolosa ciclabile che per un tratto la costeggia. Sicuramente un percorso meno affascinante rispetto agli altri, ma a meno di intervenire direttamente sulla riva del lago espandendola e infrastrutturandola pesantemente è difficile pensare a una soluzione diversa. A Peschiera è invece già realizzato il tratto che conduce fino al confine lombardo e da qui a Sirmione, per cui gli interventi da realizzare sono concentrati principalmente su Peschiera città e sulla segnaletica ad oggi ancora carente.

Nel complesso, anche in considerazione del contesto geografico di notevole complessità, sarà assai difficile rispettare la data di consegna del 2021. Ciò che conta è che i lavori procedano e che un giorno si possa mettere la parola fine a quella che si prennuncia essere una delle più belle piste ciclabili del mondo.

(foto prese da Repubblica.it)

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