In questo precedente post parlavamo delle criticità che deve affrontare chi tenta di raggiungere Venezia dalla terraferma, vale a dire da Mestre/Marghera.
E dal resto del Veneto?
Le province direttamente confinanti con quella di Venezia sono Treviso, Padova e Rovigo.
Purtroppo, per nessuna di queste la situazione è particolarmente lusinghiera.

VENETO ORIENTALE
Partiamo da nord: da San Donà di Piave, che è pur sempre in provincia di Venezia ma è piuttosto distante dal capoluogo. Dalla città del Piave è possibile raggiungere quasi esclusivamente in sede protetta il capoluogo lagunare. O meglio, l’attracco delle motonavi di Punta Sabbioni, da cui è possibile caricare la bici su un traghetto e navigare alla volta di piazzale Roma.
Questo se si vuole considerare ciclabile l’argine destro del Sile nel tratto in cui costeggia la laguna. Ma tolti i weekend d’estate in cui funge da “via di fuga” per la trafficatissima SR43, di fatto questa amena stradina è praticamente deserta. In alternativa, è possibile seguire l’argine del Piave fino ad Eraclea, e da lì fino a Jesolo Paese la strada è breve (5 km, di cui la metà su pista ciclabile).

TREVISO
Parlando di Sile viene in mente Treviso. Purtroppo, a causa della mancata sistemazione di circa cinque km di argine tra Portegrandi e Caposile (E SBRIGATEVI!!) il collegamento tra la ciclovia del Sile trevigiana e il mare risulta monco, costringendo ad utilizzare la pericolosissima SS14.
E la situazione non migliora cercando una via più diretta tra Treviso e Venezia: il Terraglio purtroppo rimane off-limits per i ciclisti in cerca di percorsi protetti. Con grosso dispendio di energie e solo se si è dotati di un tenacissimo senso dell’orientamento è possibile utilizzare in parte la viabilità secondaria, ma per chi non vuole sfidare la sorte questa tratta rimarrà interdetta per gli anni a venire (non ci sono nemmeno progetti in tal senso, almeno per quanto ne sappiamo).

PADOVA
Per chi viene da Padova, la situazione è solo parzialmente migliore. Dalla città del Santo è possibile muoversi in sicurezza fino ai confini con la provincia di Venezia, e da Strà in poi è possibile seguire il lato destro del naviglio Brenta, in genere poco trafficato (soprattutto se comparato alla dirimpettaia SS11 Padana Superiore).
I guai iniziano ad Oriago, sempre che siate riusciti a non perdervi prima, data l’assoluta assenza di indicazioni. Da qui è possibile percorrere tre strade, nessuna delle quali troppo consigliabile: la prima è puntare su Malcontenta, e sfruttare la ciclabile di recente inaugurazione (ma non ancora completata in alcuni dei suoi tratti chiave, attenzione al traffico pesante!) che conduce a Marghera. La seconda è seguire lo scolo Lusore, a nord dell’abitato di Oriago, fino alla statale Romea, costeggiarla verso nord lungo una stradina di recente costruzione e servirsi del sottopasso ciclopedonale per raggiungere la Nave de Vero. Da qui una ciclabile conduce verso il binario del tram (attenti a non ammazzarvi attraversandolo!) e seguendo questo si incrocia ben presto il percorso ciclabile che da Marghera conduce a Mestre lungo via della Rinascita. La terza via, un po’ più lunga, è puntare su Chirignago, e utilizzare la ciclabile lungo la via Miranese per raggiungere Mestre.

IL POLESINE
Da Rovigo, infine, la strada migliore per raggiungere Venezia è probabilmente seguire l’argine dell’Adige fino a Cavarzere, da cui poi raggiungere IN QUALCHE MODO Chioggia, e da lì risalire i lidi. Dovrebbe essere più o meno il tracciato della ciclovia VenTo, che se mai vedrà la luce passerà proprio nel polesano e nella bassa provincia veneziana. Ogni altra strada è sconsigliata, data l’assoluta discontinuità dei percorsi ciclabili tra Rovigo e la bassa Padovana, per non parlare di quelli con la Saccisica e lungo l’asse della Romea.
